mercoledì 29 dicembre 2021

A distanza di qualche anno...

 Colpa di un post su Facebook di ben 13 anni fa, ritrovo questo blog. Pochi articoli (nemmeno tanto buttati lì) scritti in situazioni di vita disparati e forse anche disperati. Si passa da un inizio speranzoso ad una prosecuzione in Palestina ad un nuovo tentativo mantovano, poi ci si ferma. La retorica sul fermarsi e ripartire, sull'andare lenti, sul camminare guardandosi intorno la lascio da parte. Quel che mi interessa è riannodare un filo. Magari scriverò fra qualche anno un altro post con il titolo "A distanza di qualche anno" con cui analizzerò gli anni trascorsi. Magari sarò più costante. Chi lo sa. 

sabato 2 gennaio 2010

SALVAPRECARI TRA CONTENTINI E BUGIE

L'agenzia giornalistica Apcom, in un articolo del 30 dicembre dedicato alle novità del 2010, dà per certo un provvedimento salvaprecari anche per l'a.s. 2010/11, ma limitatamente a chi ha svolto nell'a.s. precedente almeno 180 giorni di servizio
L'Apcom scrive: "Le proteste appaiono certamente plausibili: diverse migliaia di supplenti che da anni operavano stabilmente nella scuola si ritroveranno senza lavoro e a sperare nelle sostituzioni per malattia o gravidanza. A tal proposito il governo ha confermato anche per il 2010-2011 il decreto salva-precari che permetterà l'accesso ai contratti di disponibilità, alla disoccupazione ordinaria e all'anzianità garantita (ma solo per chi ha svolto nell'a.s. precedente almeno 180 giorni di servizio)."
Ci sembra che la notizia sia al momento priva di fondamento, innanzitutto perchè non è stato neanche completato il percorso del salvaprecari per l'a.s. 2009/10, per cui dire che il governo ha confermato per l'a.s. 2010/11 il salvaprecari è un azzardo.
E' vero invece che a causa dei tagli agli organici, conseguenza della riforma della scuola secondaria di II grado, di prossima attuazione, molti docenti che quest'anno hanno avuto l'incarico annuale o fino al termine delle attività o riusciranno ad avere una supplenza di almeno 180 giorni, potranno non essere riconfermati e per questo motivo il governo, in sede di approvazione del primo salvaprecari, ha stilato un ordine del giorno, ancora non approvato, nè tantomeno discusso, in cui si impegna ad estendere i benefici del salvaprecari anche all'a.s. 2010/11.
La situazione è questa: al momento il provvedimento salvaprecari è valido per l'a.s. 2009/10, è stato approvato un ordine del giorno che impegna il governo ad estenderlo anche all'a.s. 2010/11, ma non è stato ancora discusso.
Appaiono quindi legittime e certo non risolte le preoccupazioni dei docenti per la situazione lavorativa del prossimo anno scolastico.
(fonte: www.orizzontescuola.it)

lunedì 12 gennaio 2009

Il viaggio nelle aziende da boicottare

Il boicottaggio dei prodotti è una pratica diffusa nel mondo, che tende con la scelta responsabile dei consumatori a far cambiare le politiche commerciali delle multinazionali. Sempre più persone seguono questa strada e qualche sociologo sostiene da anni che le scelte dei consumatori sono più influenti del voto di un elettore in una cabina elettorale. Tale affermazione trova una sua risposta nel fatto che le politiche economiche e sociali dei singoli paesi sono dettate, in realtà, dal dopoguerra, dalle multinazionali e dal Fondo monetario internazionale.
Ecco perchè boicottare diventa un diritto oltre che un dovere morale.
Per saperne di più, vi linko un po' di siti che parlano della questione...ne scoprirete delle belle!
Il mio viaggio non si ferma qui, anzi proseguirà settimanalmente prendendo di mira una ad una tutte le aziende "selvagge"...
http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/
http://www.pianetanimale.it/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=34
http://www.ribn.it/ (Rete italana boicotaggio Nestlé)
www.genzanosf.org/Documenti/Boycott_Independent_9-12-2003.rtf

domenica 11 gennaio 2009

Eppur io non mi vergogno!

Secondo il ministro Brunetta un operaio della Ferrari torna la sera a casa con il sorriso sul volto e dice al figlio che il lavoro che svolge è bellissimo. Sarà sicuramente vero e non vedo cosa ci sia di strano! Fin qui tutto normale. Peccato che il "filosofo" e veggente Brunetta anche oggi non ha perso l'occasione per demolire il lavoro silenzioso di tanti operatori del pubblico impiego, compresi gli immancabili professori! Io non ho prole al seguito, però quando torno a casa dopo una giornata di lavoro sono stanco e felice, oltre che soddisfatto, per quello che ho "tentato di fare"...e allo stesso modo sono convinto facciano i tantissimi colleghi sparsi in Italia! Non capisco perchè Brunetta debba immaginare il contenuto dei miei "soliloqui" al ritorno da scuola, fra l'altro mi farebbe un po' senso trovarmelo in cucina ad aspettarmi! Che immagini pure quello che vuole. Io per il momento provo solo a immaginare quello che, amorevolmente, potrebbe dirgli il figlio la sera a casa: "Papà, fatti i cxxxi tuoi che campi cent'anni e soprattutto pensa al tuo lavoro!"
N.B. In altre circostanze avrei evitato l'autocensura con le x e chi mi conosce lo sa, ma rispetto la netiquette e la rete e quindi vai con le xxxx!!!

sabato 10 gennaio 2009

IL MONDO DEVE SAPERE

Un viaggio ha sempre bisogno di qualche giorno per essere metabolizzato e raccontato. Anche quello in Palestina segue la stessa dinamica e sorte. Sono tante, infatti, le emozioni vissute che la mente ha bisogno di qualche giorno per riordinare il tutto. Ma per me la Palestina ha qualcosa in più rispetto agli altri luoghi finora visitati. Si condensano in una striscia di terra grande quando la Calabria, culture, religioni, situazioni economiche e sociali diverse. La Palestina è il luogo delle contraddizioni per eccellenza, il luogo per antonomasia delle decisioni politiche prese dall'alto, il luogo dove quotidianamente i diritti fondamentali di un popolo sono calpestati sotto i piedi.
Chiunque si rechi in Terra Santa, infatti, non può non rimanere colpito gradualmente dalla mancanza di diritti e dal continuo stato di allerta che coinvolge tutti.
Anche il viaggio più spirituale non può non intrecciarsi con le vicende dei popoli che vivono questa terra. Anzi, il viaggio sulle orme di Cristo diventa un sentiero privilegiato che porta passo dopo passo nel cuore della vergogna del nostro tempo. Questo “Viaggio nella vergogna” ha inizio dal check-point di Gerico, porta d'accesso da Nord ai Territori palestinesi. Gerico è un posto dimenticato dal mondo oltre che desolato. Oasi in mezzo al deserto, luogo delle contraddizioni e degli squilibri creati dall'economia globale dominante. In pochi visitatori passano da Gerico, in apparenza non c'è nulla da da vedere dal punto di vista turistico. Ma il mio percorso nelle cose che il mondo deve sapere inizia proprio da qui.
Il mondo deve sapere che a Gerico ho incrociato i visi di tanti bambini ma non è ho visto neanche uno sorridere. Quelli che ho incontrato avrebbero venduto sé stessi in cambio di pochi euro. Ogni loro richiesta equivale ad un pugno allo stomaco. Gli abitanti di Gerico vivono reclusi e isolati in mezzo al deserto e per spostarsi da un paese all'altro devono passare attraverso dei Check-point israeliani. Il mondo deve sapere che la stessa sorte tocca ogni giorno a tutto il popolo palestinese che vive nei “Territori”. Ma il mondo deve ancora sapere che per andare da Gerico a Betlemme bisogna passare due check point in pochi minuti. Il primo si passa per ritornare in Israele (distinzione questa solo fittizia, dato che la Palestina non è uno stato riconosciuto e la giurisdizione è quasi tutta affidata al governo di Tel Aviv) e il secondo per uscire da Gerusalemme ed entrare a Betlemme. E' il “muro”, non quello del Pianto ma della disperazione fatto costruire nel 2003 da Sharon. Il muro è qualcosa di orribile. Gli arabi di Betlemme che lavorano a Gerusalemme sono costretti ad attraversarlo ogni giorno, sottoponendosi a controlli maniacali, perquisizioni, verifiche delle impronte digitali, schedature informatiche. Il pellegrino o il turista che come me ha avuto la “fortuna” di attraversarlo a piedi ne esce fuori con un senso di rabbia e un'impotenza mostruosa. Gli sguardi degli arabi incrociati tra i tornelli sanno di disperazione e sconfitta. Il mondo deve sapere che i check point israeliani nei Territori palestinesi sono più di cinquecento. Nascono come i funghi tra il deserto e le periferie delle città.
Ma il mondo ancora non sa che gli ospedali nei “Territori” hanno difficoltà serie a procurarsi i farmaci. Alla frontiera israeliana, infatti, i medicinali vengono inspiegabilmente bloccati. Un ospedale pediatrico nei pressi di Gerusalemme deve ricorrere a stratagemmi simili a quelli utilizzati da Gino Bartali e altri per salvare le vite di tanti ebrei nella Seconda guerra mondiale pur di avere i medicinali più essenziali. E il mondo a questo punto deve sapere che facendo così migliaia di bambini rischiano di morire nelle strutture ospedaliere per la mancanza delle cure basilari. Ma il mondo deve sapere che i grandi del G8, i governi israeliani e arabi in Medio Oriente non hanno mai voluto vedere il lavoro silenzioso della gente comune, dei giovani, delle donne e degli uomini di Betlemme e Gerusalemme che tentano ogni giorno di costruire un luogo di pace e un futuro migliore dialogando al di là della religione e dell'identità culturale. Il mondo deve sapere che quello palestinese è un conflitto che non può risolversi con le armi e con l'isolamento che genera nei “Territori” solo povertà, miseria, rabbia e integralismo.
Quando anche i bambini di Gerico inizieranno a sorridere e giocare, forse, sarà venuto il momento del riscatto per la gente di Palestina ma intanto il “Viaggio nella vergogna” può continuare e il mondo ed io ancora dobbiamo sapere...

lunedì 29 dicembre 2008

Gerico...

Confluenze riprende la sua attività...in realtà pensavo che questo blog fosse stato cancellato ed ero in procinto di crearne un altro, con un nome diverso, un nome di una città che ho negli occhi da oggi e penso mi rimarrà dentro a vita. Gerico è a suo modo una confluenza, un passaggio obbligato per chi si reca a Gerusalemme passando per il Qumran e il Mar Morto. Gerico è tutto e il contrario di tutto. Prima città dei territori palestinesi e di conseguenza primo varco e primo check point. Appena si entra a Gerico si percepisce la contraddizione tipica di tutti i Sud del mondo. Infatti, un casinò lussuoso si erge tra palazzi lasciati a metà e strade dissestate. Dopo solo povertà. I bambini sono in tanti e in tanti chiedono soldi in cambio di braccialetti, spille, banane, pompelmi. Le strade sanno di umido e viscido. E' difficile riuscire a spiegare quello che ho visto oggi pomeriggio. Per noi occidentali, solitamente, il primo impatto con la povertà del cosiddetto "sud del mondo" è terribile, e così è stato anche per me... Ma Gerico è solo un passaggio, una confluenza con altre strade verso l'interno dei Territori. Per entrare ed uscire da una città c'è bisogno di passare attraverso i check point. I check point sono Israeliani, spuntano dal nulla nel deserto in strade sterrate e polverose. Giovanissimi militari ti controllano, ti scrutano e cercano di capire se hai l'aria di uno che può portare grane oppure no. Ma i check point non rappresentano nulla confronto al "Muro", il vero muro della vergogna, quello che divide Gerusalemme da Betlemme. Come si può tenere imprigionato con del filo spinato ed un muro una popolazione? Come si pretende di costruire la pace tenendo un intero popolo in una situazione di povertà, sudditanza e occupazione perenne? La pace si costruisce insieme rispettando l'altro...
Confluenze riprende la sua attività in giorni drammatici, vissuti a pochi chilometri da un conflitto senza fine. Qui comunque va tutto bene e dopo 3 ore inizio ad abituarmi ai militari fuori dall'albergo con i fucili in mano, qui dicono sia routine...ma per quanto potrà durare ancora questa routine?