lunedì 12 gennaio 2009

Il viaggio nelle aziende da boicottare

Il boicottaggio dei prodotti è una pratica diffusa nel mondo, che tende con la scelta responsabile dei consumatori a far cambiare le politiche commerciali delle multinazionali. Sempre più persone seguono questa strada e qualche sociologo sostiene da anni che le scelte dei consumatori sono più influenti del voto di un elettore in una cabina elettorale. Tale affermazione trova una sua risposta nel fatto che le politiche economiche e sociali dei singoli paesi sono dettate, in realtà, dal dopoguerra, dalle multinazionali e dal Fondo monetario internazionale.
Ecco perchè boicottare diventa un diritto oltre che un dovere morale.
Per saperne di più, vi linko un po' di siti che parlano della questione...ne scoprirete delle belle!
Il mio viaggio non si ferma qui, anzi proseguirà settimanalmente prendendo di mira una ad una tutte le aziende "selvagge"...
http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/
http://www.pianetanimale.it/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=34
http://www.ribn.it/ (Rete italana boicotaggio Nestlé)
www.genzanosf.org/Documenti/Boycott_Independent_9-12-2003.rtf

domenica 11 gennaio 2009

Eppur io non mi vergogno!

Secondo il ministro Brunetta un operaio della Ferrari torna la sera a casa con il sorriso sul volto e dice al figlio che il lavoro che svolge è bellissimo. Sarà sicuramente vero e non vedo cosa ci sia di strano! Fin qui tutto normale. Peccato che il "filosofo" e veggente Brunetta anche oggi non ha perso l'occasione per demolire il lavoro silenzioso di tanti operatori del pubblico impiego, compresi gli immancabili professori! Io non ho prole al seguito, però quando torno a casa dopo una giornata di lavoro sono stanco e felice, oltre che soddisfatto, per quello che ho "tentato di fare"...e allo stesso modo sono convinto facciano i tantissimi colleghi sparsi in Italia! Non capisco perchè Brunetta debba immaginare il contenuto dei miei "soliloqui" al ritorno da scuola, fra l'altro mi farebbe un po' senso trovarmelo in cucina ad aspettarmi! Che immagini pure quello che vuole. Io per il momento provo solo a immaginare quello che, amorevolmente, potrebbe dirgli il figlio la sera a casa: "Papà, fatti i cxxxi tuoi che campi cent'anni e soprattutto pensa al tuo lavoro!"
N.B. In altre circostanze avrei evitato l'autocensura con le x e chi mi conosce lo sa, ma rispetto la netiquette e la rete e quindi vai con le xxxx!!!

sabato 10 gennaio 2009

IL MONDO DEVE SAPERE

Un viaggio ha sempre bisogno di qualche giorno per essere metabolizzato e raccontato. Anche quello in Palestina segue la stessa dinamica e sorte. Sono tante, infatti, le emozioni vissute che la mente ha bisogno di qualche giorno per riordinare il tutto. Ma per me la Palestina ha qualcosa in più rispetto agli altri luoghi finora visitati. Si condensano in una striscia di terra grande quando la Calabria, culture, religioni, situazioni economiche e sociali diverse. La Palestina è il luogo delle contraddizioni per eccellenza, il luogo per antonomasia delle decisioni politiche prese dall'alto, il luogo dove quotidianamente i diritti fondamentali di un popolo sono calpestati sotto i piedi.
Chiunque si rechi in Terra Santa, infatti, non può non rimanere colpito gradualmente dalla mancanza di diritti e dal continuo stato di allerta che coinvolge tutti.
Anche il viaggio più spirituale non può non intrecciarsi con le vicende dei popoli che vivono questa terra. Anzi, il viaggio sulle orme di Cristo diventa un sentiero privilegiato che porta passo dopo passo nel cuore della vergogna del nostro tempo. Questo “Viaggio nella vergogna” ha inizio dal check-point di Gerico, porta d'accesso da Nord ai Territori palestinesi. Gerico è un posto dimenticato dal mondo oltre che desolato. Oasi in mezzo al deserto, luogo delle contraddizioni e degli squilibri creati dall'economia globale dominante. In pochi visitatori passano da Gerico, in apparenza non c'è nulla da da vedere dal punto di vista turistico. Ma il mio percorso nelle cose che il mondo deve sapere inizia proprio da qui.
Il mondo deve sapere che a Gerico ho incrociato i visi di tanti bambini ma non è ho visto neanche uno sorridere. Quelli che ho incontrato avrebbero venduto sé stessi in cambio di pochi euro. Ogni loro richiesta equivale ad un pugno allo stomaco. Gli abitanti di Gerico vivono reclusi e isolati in mezzo al deserto e per spostarsi da un paese all'altro devono passare attraverso dei Check-point israeliani. Il mondo deve sapere che la stessa sorte tocca ogni giorno a tutto il popolo palestinese che vive nei “Territori”. Ma il mondo deve ancora sapere che per andare da Gerico a Betlemme bisogna passare due check point in pochi minuti. Il primo si passa per ritornare in Israele (distinzione questa solo fittizia, dato che la Palestina non è uno stato riconosciuto e la giurisdizione è quasi tutta affidata al governo di Tel Aviv) e il secondo per uscire da Gerusalemme ed entrare a Betlemme. E' il “muro”, non quello del Pianto ma della disperazione fatto costruire nel 2003 da Sharon. Il muro è qualcosa di orribile. Gli arabi di Betlemme che lavorano a Gerusalemme sono costretti ad attraversarlo ogni giorno, sottoponendosi a controlli maniacali, perquisizioni, verifiche delle impronte digitali, schedature informatiche. Il pellegrino o il turista che come me ha avuto la “fortuna” di attraversarlo a piedi ne esce fuori con un senso di rabbia e un'impotenza mostruosa. Gli sguardi degli arabi incrociati tra i tornelli sanno di disperazione e sconfitta. Il mondo deve sapere che i check point israeliani nei Territori palestinesi sono più di cinquecento. Nascono come i funghi tra il deserto e le periferie delle città.
Ma il mondo ancora non sa che gli ospedali nei “Territori” hanno difficoltà serie a procurarsi i farmaci. Alla frontiera israeliana, infatti, i medicinali vengono inspiegabilmente bloccati. Un ospedale pediatrico nei pressi di Gerusalemme deve ricorrere a stratagemmi simili a quelli utilizzati da Gino Bartali e altri per salvare le vite di tanti ebrei nella Seconda guerra mondiale pur di avere i medicinali più essenziali. E il mondo a questo punto deve sapere che facendo così migliaia di bambini rischiano di morire nelle strutture ospedaliere per la mancanza delle cure basilari. Ma il mondo deve sapere che i grandi del G8, i governi israeliani e arabi in Medio Oriente non hanno mai voluto vedere il lavoro silenzioso della gente comune, dei giovani, delle donne e degli uomini di Betlemme e Gerusalemme che tentano ogni giorno di costruire un luogo di pace e un futuro migliore dialogando al di là della religione e dell'identità culturale. Il mondo deve sapere che quello palestinese è un conflitto che non può risolversi con le armi e con l'isolamento che genera nei “Territori” solo povertà, miseria, rabbia e integralismo.
Quando anche i bambini di Gerico inizieranno a sorridere e giocare, forse, sarà venuto il momento del riscatto per la gente di Palestina ma intanto il “Viaggio nella vergogna” può continuare e il mondo ed io ancora dobbiamo sapere...